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India, Tailandia, Malesia, Vietnam, Laos, Cambogia..racconti di viaggio

…la Green Mood Guest House, nella zona di Victory Hill.

Stanze a partire da 5 dollari, buon cibo italiano ( i gestori sono di Bergamo) e ambiente familiare.

Victory Hill è tristemente nota per i suoi “girls bar” dove le giovani prostitute attirano i loro clienti, ma ci sono alcune oasi di tranquillità e una di queste è la Green Mood GH.

La spiaggia dista pochi minuti a piedi ed è una delle più belle e tranquille con splendide palme che escono dalla sabbia e fanno ombra nelle ore calde, quindi non è necessario affittare un lettino con ombrellone.

La Green Mood offre connessione wi-fi gratuita, biliardo gratuito, caffè espresso, panini e piadine con prosciutto crudo (una prelibatezza per coloro che mancano da casa da diverso tempo!!) e ogni venerdì organizzano un buffet italiano gratuito con musica.

 

Mi avevano detto di andare al centro del M’Lop Tapang, che qui è tra i più importanti e si occupano del recupero di bambini abusati di strada dal 2003.

Con due amici e un solo motorino, in vero cambodian style, ci siamo messi alla ricerca del centro e dopo qualche tentativo lo abbiamo trovato.

Si tratta di una struttura bella e grande dove è possibile accedere solo attraverso un gabbiotto a cui presiedono sempre alcuni volontari del centro, tutti con una maglietta rossa con il simbolo dell’associazione in giallo.

Abbiamo chiesto se potevamo entrare a visitare il centro e parlare con qualcuno ma ci è stato detto di aspettare, mentre ci fornivano dei depliant informativi sulle attività svolte da M’Lop Tapang, dopo qualche minuto una signora inglese dal sorriso gentile è venuta al gabbiotto e ci ha spiegato che solitamente non è possibile per gli stranieri fare volontariato con i bambini del centro, tranne in casi particolari in cui il volontario rimane per lungo tempo, perché preferiscono avere personale cambogiano che si occupi stabilmente dei bambini, in quanto la maggior parte di loro arrivano da situazioni di degrado e abusi e lo scopo del centro è di fornire un’ alternativa alle famiglie dei bambini così che esse non siano costrette a mandarli in strada dove rischiano di diventare facili vittime dei pedofili.

la gentile signora inglese credo fosse Maggie Eno, fondatrice del centro insieme al marito Francesco Caruso, anche se non ci siamo presentate.

Ci ha indirizzato verso un altro centro diurno, il CCPP (cambodian children’s painting project) dove oltre a dare da mangiare ai bambini, a fornire loro cure mediche base e materiale scolastico o vestiti, si occupano di aiutare i piccoli a esprimere la loro creatività attraverso la pittura.

Lì abbiamo conosciuto una ragazza americana che lavora come volontaria e ci ha spiegato che solitamente hanno bisogno di volontari, ma nel periodo di dicembre e gennaio, alta stagione, sono al completo e quindi ci ha detto che se intendiamo stare a lungo potevamo ripresentarci a febbraio.

A questo punto ero molto delusa e ho chiesto alla ragazza se sapesse di qualche altro orfanotrofio dove potessimo andare e ci ha parlato di un posto non troppo lontano dalla zona dove abitiamo, così abbiamo ripreso il motorino e per la terza volta nella giornata abbiamo riattraversato la città, senza però riuscire a trovare l’ orfanotrofio, fino a che ho pensato di chiedere a dei cambogiani che vendevano letti in legno al bordo della strada, il risultato è stato quello di sapere che un letto intarsiato costa 250 dollari, ma era l’unica cosa che sapevano dire in inglese…

Ci ha aiutato una russa che passava di lì e che pur non essendo neanche lei troppo ferrata in inglese è riuscita a spiegarci a grandi linee dove aveva visto un orfanotrofio.

Siamo arrivati in fondo a una stradina che terminava nel nulla e c’era solo una piccola baracca di legno, stavamo per girare il motorino quando alcuni cambogiani ci hanno fermato urlando: proprio accanto alla ruota del motorino strisciava un millepiedi velenoso e gigante, con le zampe rosse, che un ometto è riuscito, aiutato da delle lunghe pinze da braciere, a infilare in una bottiglia di plastica (mi è anche venuto il sospetto che se lo mangiassero, possibile visto che in Cambogia mangiano tutto).

Ormai avevo perso le speranze ma mentre tornavamo verso la strada principale ho notato un’ insegna su cui era scritto ‘House of family’ e abbiamo finalmente trovato il nostro orfanotrofio.

Dico nostro perché ho provato una bella sensazione entrando, come di un luogo accogliente, nonostante ospiti tanti bambini che non hanno veramente niente.

Nell’orfanotrofio, gestito da tre slovacchi e da otto cambogiani, sono ospitati 60 bambini dai 3 ai 16 anni, più della metà è sieropositiva e molti hanno ancora uno o entrambi i genitori, ma spesso così malati da non potersi prendere cura dei figli.

L’orfanotrofio, oltre a dare protezione ai bambini, nutrirli e vestirli, paga le rette scolastiche e le medicine che i piccoli sieropositivi devono prendere ogni giorno.

Domani incomincio a dare una mano e sembra ci sia tanto da fare, da pulire o ridipingere i muri fino a insegnare inglese ai piccoli, farli disegnare o portarli in spiaggia.

Mi tuffo in questa nuova avventura con la speranza di portare tanti sorrisi a questi bimbi condannati dalla nascita, ma che meritano tutto l’amore possibile.

post by Sarah

Qui a Sihanoukville ci sono alcuni ristoranti indiani, ce ne hanno consigliato uno proprio vicino alla nostra guest house e quindi ieri abbiamo formato un gruppo di cinque e siamo andati.

Siccome di quanti eravamo solo un ragazzo non era mai stato in India non vedevamo l’ ora di consigliarlo sui nostri piatti preferiti e abbiamo finito per prendere diverse portate e dividerle e tranne uno dei cinque che non amando le spezie ha chiesto del pollo al limone ‘mild’ noi alla domanda del gestore se volevamo piccante abbiamo risposto entusiasti che certo, a noi il piccante piace!

Credo che questo abbia voluto punire la presunzione occidentale di poter mangiare come gli indiani dopo essere stati in India appena una volta…

Il cibo era molto buono e abbiamo mangiato tutto, però era realmente piccantissimo e questa mattina all’alba si è fatto sentire costringendomi a diverse puntate al bagno, ho poi scoperto che del nostro ‘gruppino’ ben altri due oltre a me sono stati mietuti dalla maledizione di Montezuma, del quinto non abbiamo avuto ancora notizie, ma lui era quello del pollo al limone, suppongo che abbia avuto un risveglio diverso dal nostro…

Questa mattina mi sono svegliata con le gambe e le braccia ricoperte di bolle che mi davano prurito, mi sono abbastanza spaventata fino a che ragionandoci ho pensato che potesse essere una reazione allergica alla crema anti zanzare che ho acquistato qui, i cui ingredienti sono scritti rigorosamente in khmer, ma ho comunque deciso di andare in una clinica per farmi prescrivere un antistaminico, così ho chiesto ai ragazzi della guest house e mi hanno indirizzato verso la CT CLINIC dove ho dovuto aspettare a lungo per essere visitata da un medico che ovviamente a fatica ha guardato quello che avevo, mentre un assistente mi misurava la pressione (??), poi mi hanno detto di aspettare in un altra sala e infine si è presentato un altro assistente con un conto di 25 dollari!!

A quel punto ho pensato che fosse arrivato il momento di chiarire che essere bianchi non significa essere ricchi e ho chiesto a chi era lì nella sala se anche loro dovessero pagare per una visita 15 dollari e per della crema antistaminica 10 dollari, e uno degli assistenti mi ha detto che avrei dovuto trattare con il dottore, ho sgranato gli occhi e ho deciso di andarmene e nessuno si è azzardato a fermarmi.

Fuori dalla clinica mi aspettava il mio guidatore di moto-taxi, un vecchietto che evidentemente non aveva nessuna conoscenza dell’inglese ma che non riusciva proprio a dirmi di non aver capito nel modo più assoluto dove volevo andare, però si è fermato da un gruppo di colleghi e così finalmente sono riuscita a farmi portare in una farmacia dove ho comprato una crema per meno di un dollaro, al guidatore tornata in guest house ho dato il compenso pattuito di un dollaro più una piccola mancia per essere stato così gentile da aspettarmi e da scorazzarmi anche in farmacia e mi ha sorriso grato.

Se penso che in Cambogia molte persone ancora guadagnano meno di un dollaro al giorno i 25 che mi hanno chiesto stamani mi sembrano proprio un furto…

LIVE GOOD GUEST HOUSE, 81/2 TANAO RD. PHRANAKORN, BANGKOK

Mi sono trovata molto bene in questa piccola guest house a gestione familiare, dove bisogna tassativamente levarsi le scarpe prima di entrare e la signora che la gestisce parla poco inglese ma sorride graziosamente a tutti.

In guest house non sono ammesse prostitute, in effetti nessuna ragazza tailandese può salire nelle camere degli ospiti, ma questo tutela la tranquillità del posto, che inoltre è lontano dal rumore caotico di Khao San road dove invece dormire sembra un privilegio, in quanto facilmente il bar sotto la guest house (e di bar ce ne sono uno accanto all’altro) spara musica a tutto volume fino a tardi.

La ‘Live Good GH’ offre servizio lavanderia a 40 bath al chilo, ristorante non particolarmente entusiasmante, internet point e telefonate internazionali, ma se avete un laptop potete connettervi alla linea wifi del ristorante vegetariano proprio dietro l’angolo, che inoltre fa degli ottimi falafel con humus e dei frullati deliziosi con il latte di cocco.

Post by Sarah

Ho scoperto casualmente che era Loy kratong (la festa delle luci) mentre ero a Bangkok e quindi sono andata a vedere i festeggiamenti davanti alla ‘Golden Mountain’.

Oltre a un mercato coloratissimo pieno di delizie da mangiare ho visto i tailandesi lasciare nell’acqua del fiume piccole ciotole di pane con dentro delle offerte agli spiriti, mentre nel cielo volteggiavano centinaia di lanterne di carta in cui era stata accesa una candela.

Non ho visto molti turisti e credo che in effetti non in tanti sapessero del festival, Bangkok mi ha dato l’impressione di essere troppo popolata da occidentali i cui interessi sono ben lontani dalle festività tradizionali o dai templi.

E’ stata un’ esperienza molto bella e inaspettata, i festival asiatici a mio parere riescono a regalare emozioni e sacralità che noi italiani, se non in qualche festa del patrono nel sud, abbiamo ormai perso.

Ho poi saputo che il festival si tiene ogni anno per la luna piena del dodicesimo mese secondo il calendario tailandese, che corrisponde a novembre per noi.

Post by Sarah

WAT PHO

E’ il tempio più grande e antico di Bangkok e fu costruito intorno al 1500, al suo interno si trova una statua dorata del buddha dormiente (reclining buddha) lunga 46 metri.

Sul lato sinistro ci sono delle ciotole dove si usa lasciare monetine in segno di buon augurio ed esprimere un desiderio.

L’ impatto visivo è spettacolare e il luogo merita assolutamente una visita lunga, in quanto tutto intorno al tempio principale ci sono vari altri piccoli templi con innumerevoli decori scolpiti,intarsi di pietre, statue del buddha e di guerrieri e una piccola cascata con un laghetto minuscolo dove sguazzano diverse carpe.

All’ interno del complesso si trovano un centro studi molto importante e un centro massaggi rinomato in tutta la thailandia, ma bisogna avere pazienza perché la fila può essere lunga.

L’ingresso al tempio costa 50 bath.

WAT INTHARAWIHAN

Il tempio è caratterizzato da una statua dorata del buddha alta 32 metri (standing buddha) molto imponente ma oltre a questo non c’è molto altro, comunque l’ ingresso è gratuito.

Siccome la statua è rivolta verso est il momento migliore per fotografarla è la mattina.

L’ ingresso è gratuito.

GOLDEN MOUNTAIN

Si tratta di un tempio che ospita delle reliquie del Buddha e accanto una costruzione chiamata ‘ Golden Mountain’

Viene chiamata montagna d’oro perché dalla sua cima si può avere una panoramica del centro di Bangkok.

Ogni novembre qui si tiene il festival delle luci, Loy Kratong, e la montagna d’oro viene avvolta in teli rossi mentre centinaia di lanterne di carta librano nell’aria.